Quali sono i benefici del camminare sul tapis roulant

Avere la palestra in casa propria sarebbe uno dei principali comfort che noi tutti vorremmo avere: addio per sempre a scuse di vario genere dettate da mancanza di tempo e voglia. Prima di tutto l’acquisto di un tapis roulant sarebbe fondamentale.

È infatti risaputo che un minimo di attività fisica praticata ogni giorno, come 20 minuti di camminata, riduce l’insorgere di malattie cardiovascolari, del diabete e ci aiuta quindi a vivere meglio.

Camminare attiva il sistema respiratorio, aiuta a prevenire e a combattere la cellulite con l’allenamento di gambe e glutei ed infine ci fa perdere peso. Specialmente se si conduce una vita sedentaria, avere un buon attrezzo da utilizzare in casa e fare un po’ di moto, farà sicuramente al caso vostro.

Il tapirulan: il primo passo per la palestra in casa propria

I tapirulan sono delle macchine dotate di un rullo che cammina e gira su se stesso e che ci permette quindi di muoverci, camminando o correndo. Essi si suddividono in due principali categorie: i tappeti magnetici e quelli a motore.

I primi non hanno bisogno di corrente elettrica e si muovono grazie alla forza esercitata dalle nostre gambe. Sono molto economici e di dimensioni relativamente ridotte: si possono ripiegare su se stessi per essere riposti in spazi stretti, essendo attaccati verticalmente alla parete.

Non sono adatti però per le corse e i grandi allenamenti, non hanno inclinazioni del piano importanti e si limitano al massimo a 8 velocità che possono variare se azionate manualmente. Un magnete, e da qui proprio il nome, che si avvicina o si allontana dal tappeto, garantisce maggiore o minore resistenza.

Il secondo tipo di tapirulan, è quello elettrico. Esso si attacca alla presa di corrente ed ha un vero e proprio motore che garantisce il suo moto. La potenza si esprime in watt o cavalli e varia in base al tipo di modello. Ovviamente a potenza maggiore corrisponde non solo maggiore qualità di prestazioni e velocità, ma anche maggiore durabilità nel tempo e capacità di uso continuativo.

Il prezzo di un tapis roulant di questo genere è indubbiamente più elevato. Questo strumento è in grado inoltre di misurare il battito cardiaco e possiede, oltre a varie pendenze, dei programmi preimpostati da seguire.

Registrando il proprio allenamento inoltre il tapirulan è in grado di darci informazioni importanti riguardo i nostri progressi di allenamento. Per quanto concerne la pendenza, essa può essere o attivata manualmente (ma ciò comporterebbe la discesa dal tappeto durante l’allenamento) o elettronicamente premendo semplicemente un pulsante.

Caratteristiche comuni ai due modelli di tapis roulant

Le dimensioni del nastro di superficie variano dal tipo di corporatura, ma in linea generale un nastro più lungo e quindi maggiore superficie calpestabile corrispondono di solito a migliore qualità del prodotto, ma soprattutto a maggiore sicurezza.

Questo tipo di tappeto è perfetto per chi vuole iniziare un allenamento serio e continuativo. Infine bisogna sempre lasciarsi guidare da esperti del settore prima di procedere all’acquisto in quanto vi potranno consigliare il tappeto perfetto in base ad esigenze e caratteristiche fisiche.


Perché’ affidarsi ad un trattorino tagliaerba?

Vi immaginate quanto tempo e fatica dovreste impiegare per tagliare manualmente l’erba di un campo da calcio, di un giardino molto grande, di un campo da golf o del prato di una piscina all’aperto? Dovreste spingere il tagliaerba per ore e ore, magari sotto il sole, e rischiereste di non coprire e curare in maniera uniforme l’intera superficie.

Inoltre, in primavera e in estate vi trovereste costretti a ripetere quest’operazione ogni poche settimane e a dovervi preoccupare di smaltire gli scarti di erba falciata. In questi casi, la soluzione ideale è utilizzare un trattorino tagliaerba: comodo e potente, vi permetterà di coprire superfici molto ampie in poco tempo stando comodamente seduti e manovrando il mezzo con un pratico volante.

I dettagli tecnici

L’elemento principale che determina le prestazioni di un trattorino tagliaerba è senza dubbio il motore: la potenza viene misurata in cavalli e può variare da un minimo di 13 cv ad un massimo di oltre 20 cv (ma parliamo in questo caso di macchinari professionali). Una maggior potenza influenza la velocità di rotazione della lama e permette di falciare grandi superfici in poco tempo.

L’agilità e la maneggevolezza del mezzo sono determinati dal cambio e dal sistema sterzante. I sistemi sterzanti influenzano anche la stabilità del trattorino ed influenzano la precisione del taglio permettendo o meno di effettuare sterzate molto strette e accurate.

Importante è anche la superficie di taglio (e conseguentemente la grandezza della lama): maggiore è la superficie, meno tempo si impiegherà a tosare prati molto grandi. Una superficie minore, invece, permetterà di ottenere un taglio più accurato in giardini di dimensioni inferiori.

Infine, una funzione molto comoda di cui sono dotati la maggior parte dei trattorini tagliaerba è il mulching: ovvero, l’erba falciata viene automaticamente immagazzinata, triturata e ridistribuita sul prato per fungere da concime.

La manutenzione

Il trattorino tagliaerba è senza dubbio uno strumento molto potente ma, allo stesso tempo, è piuttosto delicato e ha bisogno di attenzioni e cure periodiche per mantenere un alto livello di prestazioni.

Gli elementi più delicati del trattorino sono le lame ed il motore. Le lame dovrebbero essere affilate e ripulite quasi dopo ogni uso: delle lame poco curate o sporche potrebbero risultare meno efficienti e non in grado di garantire una tosatura uniforme e rapida. Per quanto riguarda il motore: è consigliato ripulire spesso la candela per ottenere una combustione ottimale e rabboccare periodicamente l’olio.

E’ inoltre consigliato pulire i filtri dopo qualche uso (si può utilizzare un compressore ad aria per risparmiare tempo), riporre il trattorino in un locale riparato e asciutto dopo ogni utilizzo, e ricordarsi di svuotare la benzina rimasta nel serbatoio prima di richiudere il trattorino nel capanno degli attrezzi o nel garage durante l’inverno.


Come cambia il mercato del lavoro: gli impieghi nella storia

La maggior parte usciva dalla scuola superiore. Solo qualcuno dall’Università. Venivano assunti con un contratto fisso per svolgere un lavoro che nella maggior parte dei casi restava lo stesso per tutta la vita. Non è una leggenda antica, ma è semplicemente la storia delle passate generazioni, nostri genitori compresi.

Un’immagine lontana, sbiadita non dal tempo, ma dal sorgere di crisi economiche e finanziarie, tecnologia e nuove forme contrattuali. Se guardiamo al Diciannovesimo secolo, possiamo notare come il lavoro era un elemento stabile e dovuto che non destava alcuna preoccupazione.

Erano gli anni dell’industrializzazione, caratterizzati da un mercato che richiedeva soprattutto operai e lavoratori manuali. Nel Novecento le figure richieste cominciano a cambiare e inizia quel processo che prende piede sempre di più nel Ventunesimo secolo, basato su lavori da impiegato.

Non è cambiata solo la tipologia di lavoro ma sono cambiate le caratteristiche di coloro che si affacciano sul mondo del lavoro. Il livello di istruzione è decisamente aumentato e gran parte dei giovani posseggono un titolo universitario, laurea o master. Avviene quindi una livellazione delle capacità dei futuri lavoratori che fanno sempre più difficoltà a prevalere in un mercato molto competitivo.

Il nuovo scenario del mercato del lavoro

È cambiata anche e soprattutto la durata del rapporto di lavoro. Il posto fisso non esiste ormai più e l’elemento che contraddistingue il mondo del lavoro oggi è senza dubbio la precarietà. Stage, contratti a progetto, contratti a tempo determinato e chi più ne ha più ne metta.

Tutto questo ha reso instabile il lavoro, quell’elemento che negli anni passati era sinonimo di identità, affermazione e solidità, insieme alla famiglia. Provvedimenti decreti e leggi hanno consentito la creazione di forme di assunzione rapide e temporali che incrementano due elementi presenti nel mercato del lavoro odierno, la flessibilità e la mobilità, che coinvolgono moltissimi aspetti.

La flessibilità riguarda gli orari di lavoro che sono stati stravolti mentre la mobilità contraddistingue la carriera del lavoratore, sempre pronto e disposto a cogliere le opportunità che si presentano non solo nel proprio Paese, ma anche in un contesto internazionale.

Un mercato del lavoro globalizzato

Dietro alle grandi opportunità offerte alle aziende, la globalizzazione ha però messo in concorrenza anche i lavoratori. Il concorrente non è più il mio vicino di casa o il mio ex compagno di banco, ma qualunque persona stia cercando un lavoro nel mio campo in quel preciso istante e in ogni parte del mondo.

Sono cambiate anche i mezzi con cui si ricerca un impiego. Il vecchio curriculum cartaceo da stampare e da consegnare manualmente è ormai soltanto un ricordo romantico. Siti web e social network hanno occupato la scena e velocizzato le operazioni che si possono svolgere comodamente seduti da casa.

Tutti i Paesi e le aziende si ritrovano così in un posto solo che non è il mondo, ma è il web. I colloqui reali stanno perdendo il passo di fronte a test attitudinali sempre più complicati o videochiamate in tempo reale che collegano datori di lavoro e potenziali lavoratori che si possono trovare in continenti diversi.

Un’evoluzione che non conosce sosta, e che porterà negli anni a seguire ad ulteriori novità e modelli contrattuali. Sperando che siano migliori (e più stabili) di quelli odierni.


Velocità istantanea: come cambia il modo di comunicare

Messaggi istantanei, mail, post, e chat di gruppo. È il nuovo modo di comunicare dell’era che stiamo vivendo. Una digitalizzazione estesa che ha investito molti aspetti della nostra vita, tra cui la comunicazione stessa. Quel desiderio dell’essere umano di condividere parole e sensazioni con qualcuno non è quindi morto, ma si è evoluto.

È cambiato e si è adattato ai tempi moderni, dove spesso non riusciamo a stare al passo di una vita che va troppo veloce. Sono infatti cambiati i ritmi di una giornata che non ha tempo di fermarsi, ma preferisce leggere le informazioni da uno schermo che le mostra in ordine cronologico e preciso.

I social hanno radicalmente cambiato la comunicazione, una volta per tutte. Una password, un contatto mail e sì è miracolosamente in contatto con amici vicini e lontani. Non servirà scrivere a nessuno, ma sarà sufficiente un post o una foto che comunicare uno stato d’animo, una sensazione, un’emozione.

Una comunicazione quindi veloce, rapida, senza perdite di tempo e soprattutto senza carta e penna. Addio quindi a cartoline, lettere, telegrammi o fax per lasciar spazio ai metodi moderni, forse meno romantici, ma molto più veloci ed efficaci.

Addio chiamate

Se per i giovani questo modo di relazionarsi è scontato e normale, le generazione passate trovano difficoltà nell’adattarsi alla nuova epoca. Sono coloro che erano abituati al rapporto faccia a faccia facendo a meno di oggetti tecnologici che operassero da veri e propri ponti.

Sono coloro i quali hanno accolto novità così rivoluzionarie come il telefono cellulare e che oggi, di fronte a questo ulteriore avanzamento tecnologico, non riescono a stare al passo e conservano con orgoglio quello che appaiono agli occhi dei più giovani vere e proprie “tradizioni” legate al mondo della comunicazione, come la chiamata.

I nostri genitori infatti, così come i nostri nonni, si confermano gli amanti per eccellenza delle conversazioni telefoniche. Riescono ancora a ritagliarsi un po’ di tempo e dedicarlo esclusivamente ad una sola persona, dandogli un’attenzione che è rara in questi tempi.

I giovani invece no: per loro la comunicazione è multipla e non unidirezionale come in passato e diverse sono quindi conversazioni aperte allo stesso momento. Ormai abbandonate sono le chiamate che stanno sempre più perdendo il passo con i preferiti messaggi vocali che, oltre ad essere più economici, associano la funzione di un normale messaggio con la possibilità di ascoltare la voce dell’altra persona.

Non smettere di comunicare

E così la comunicazione non è più nelle strade o nelle piazze ma è nelle case, negli schermi di computer e telefoni di tutti quegli utenti registrati o appartenenti alla nostra comunità virtuale. Se prima la comunicazione era rappresentata da un atteggiamento, un modo di fare, di guardare o ad un’azione, ora tutto è concentrato in messaggi rapidi dal linguaggio semplice e modificato.

Una comunicazione efficace ma sicuramente molto più fredda, dove non c’è contatto, al di fuori di quello delle nostre dita con la tastiera. Come tutte le cose di cui possiamo beneficiare sulla faccia della terra, non condanniamo l’uso ma l’abuso, in questo caso, di strumenti che sono potenzialmente utili, ma che portano all’isolarsi in una realtà virtuale e di plastic.

Ed è bene quindi fermarsi ogni tanto e pensare che, indipendentemente dal mezzo che usiamo, non dobbiamo dimenticarci mai di esprimere i nostri sentimenti.