Cronotermostato: un alleato per il gelido inverno

Quando l’inverno è alle porte non facciamo altro che pensare all’idillica scena di un bel caminetto accesso in un bel salotto. Tuttavia tutti coloro che non hanno questa fortuna, dovranno accontentarsi dei normali riscaldamenti di casa, che nella maggior parte dei casi equivale a dire all’impianto di caloriferi.

Quindi per ovviare al freddo rigido e a stanze gelide, si opterà per l’accensione della caldaia che andrà a riscaldare i termosifoni in tutte le stanze della casa. Ma come sapere qual è la temperatura adatta della mia camera e soprattutto come evitare i numerosi sprechi in termini di energia risparmiando sulla bolletta?

Il cronotermostato aiuta non solo ad impostare e a controllare una precisa temperatura, ma aiuta a ridurre gli sprechi e conseguentemente l’inquinamento.

Cronotermostato: che cos’è e come funziona

Di che cosa si parla quando si parla di cronotermostato? Innanzitutto andiamo a vedere che cos’è un normale termostato: si tratta innanzitutto di un dispositivo in grado di mantenere stabile la temperatura di una stanza.

Infatti, grazie alla capacità di misurare il calore di un ambiente, il termostato comunicherà con l’impianto di riscaldamento per il suo accendimento o spegnimento affinché si mantenga sempre la temperatura stabilita.

Inoltre questo strumento, rilevando la presenza di persone, il cui calore corporeo o l’aria consumata per la respirazione potrebbero far aumentare la temperatura dell’ambiente, provvederà ad una diminuzione del calore emesso, spegnendo la caldaia. Quindi al variare della temperatura, il cronotermostato entrerà in funzione.

Quali tipi di cronotermostato esistono in commercio e quali sono le sue principali funzioni
Esso può essere o di tipo meccanico o elettronico. Il primo dispone di un liquido o di una piccola lamina che, al variare della temperatura, cambia di composizione innescando così il processo on/off dell’apparecchio.

Il cronotermostato è in grado anche, oltre a regolare una particolare temperatura, di impostarla, fissandola ad un preciso livello, in particolari orari o momenti della giornata che vengono preventivamente scelti e impostati da noi. Se per esempio vorremo svegliarci in un ambiente più caldo la mattina, essendo appena usciti da sotto le coperte, imposteremo il cronotermostato in modo tale da trovare una casa calda non appena svegli.

Infine prima di procedere all’acquisto, bisogna tener presente che esistono essenzialmente due tipi di cronotermostati: quelli giornalieri, in grado di essere impostati allo stesso modo per tutti i giorni, e quelli settimanali che variano invece la temperatura ogni sette giorni.

Le ultime innovazioni: cronotermostato e tecnologia

Ultimamente questi dispositivi si sono legati ad altre tecnologie, come il cronotermostato wifi che è in grado di poter essere gestito anche fuori casa tramite specifiche App che ci faranno trovare casa sempre alla temperatura desiderata.

Utilizzarlo infine, è davvero un gioco da ragazzi: basterà impostare la temperatura che si vuole raggiungere in un determinato orario e anche il momento di spegnimento, aggiornando il timer secondo le proprie esigenze.


Piano cottura: una questione di numeri

Esistono moltissimi modelli di piani cottura per cucina: essi, come è ben evidente anche dal nome, sono utilizzati per cuocere cibi e pietanze grazie alla loro capacità di diffondere il calore.

Per scegliere il piano cottura più adatto alle proprie esigenze bisogna considerare diversi fattori. Innanzitutto bisogna chiedersi da quante persone è composta la famiglia, o meglio per quante persone solitamente si cucina.

Di certo un manager che vive in un monolocale avrà esigenze ben diverse da una famiglia numerosa. Successivamente bisogna considerare lo spazio che si ha a disposizione, che tipo di cottura si preferisce e infine quanto sia rilevante la sicurezza.

I tipi principali di piani cottura

In linea di massima tuttavia, i piani cottura si differenziano dal tipo di alimentazione, dalla loro disposizione e dalla loro dimensione (e numero di fuochi). Per quanto concerne il primo aspetto, esistono sostanzialmente tre tipologie di piani cottura: quello classico a gas, quello elettrico e quello ad induzione.

Il piano a gas è senza dubbio il più diffuso in tutte le cucine; il gas alimenta una vera e propria fiamma che scalda il recipiente che a suo volta permetterà al cibo di cuocersi. In questo caso siamo in presenza di fiamma viva e bisogna sempre fare attenzione alle eventuali perdite di gas.

Sono molto spesso di acciaio inox e non troppo immediati da pulire; nonostante questi aspetti però, rimane il piano cottura per eccellenza. Successivamente troviamo il piano di tipo elettrico, ossia alimentato a corrente, che scalda delle resistenze poste sotto una lastra di vetroceramica, emanando cosi calore.

Sono facilissimi da pulire e sono dotati di spie che avvertono quando il piano è ancora caldo, ossia quando la sua temperatura non è ancora scesa sotto il grado di sicurezza di 60 gradi. Si scaldano rapidissimamente e mantengono il calore per molto tempo, anche una volta spenti.

Non prevedono fiamme e perdite di gas e per questo sono molto sicuri. Unico svantaggio il cospicuo dispendio energetico e le bollette salate. Infine troviamo piano cottura induzione che è in grado di emanare calore attivandosi grazie alla presenza di un magnete che attira i metalli come il ferro, arroventandosi.

Questo tipo di piastra ha bisogno di apposito pentolame in grado di innescare il magnetismo. Non vi è calore rimanente una volta terminata la cottura ed è anch’esso molto più sicuro dei sistemi a gas.

Ulteriori caratteristiche del piano cottura

Per quanto concerne invece la disposizione delle piastre, esse possono essere a incasso, facente quindi parte del corpo della cucina, oppure da appoggio, come modulo aggiuntivo da poter essere posizionato in posti differenti.

Tuttavia non va mai dimenticato che l’uso del piano cottura è strettamente collegato a quello della cappa di aspirazione. Infine, per quanto riguarda le dimensioni, i piani cottura possono variare dai 30 ai 90 centimetri e possono avere da un minimo di un fuoco fino ad un massimo di sei, a seconda delle esigenze di cui abbiamo accennato sopra.

Un accorgimento importante infine è di posizionare sempre i fuochi più grandi dietro a quelli più piccoli, specialmente per quanto riguarda i piani a gas: in caso di perdite e fiamme, si potrebbe così evitare il rischio di ustioni.


Quali sono i benefici del camminare sul tapis roulant

Avere la palestra in casa propria sarebbe uno dei principali comfort che noi tutti vorremmo avere: addio per sempre a scuse di vario genere dettate da mancanza di tempo e voglia. Prima di tutto l’acquisto di un tapis roulant sarebbe fondamentale.

È infatti risaputo che un minimo di attività fisica praticata ogni giorno, come 20 minuti di camminata, riduce l’insorgere di malattie cardiovascolari, del diabete e ci aiuta quindi a vivere meglio.

Camminare attiva il sistema respiratorio, aiuta a prevenire e a combattere la cellulite con l’allenamento di gambe e glutei ed infine ci fa perdere peso. Specialmente se si conduce una vita sedentaria, avere un buon attrezzo da utilizzare in casa e fare un po’ di moto, farà sicuramente al caso vostro.

Il tapirulan: il primo passo per la palestra in casa propria

I tapirulan sono delle macchine dotate di un rullo che cammina e gira su se stesso e che ci permette quindi di muoverci, camminando o correndo. Essi si suddividono in due principali categorie: i tappeti magnetici e quelli a motore.

I primi non hanno bisogno di corrente elettrica e si muovono grazie alla forza esercitata dalle nostre gambe. Sono molto economici e di dimensioni relativamente ridotte: si possono ripiegare su se stessi per essere riposti in spazi stretti, essendo attaccati verticalmente alla parete.

Non sono adatti però per le corse e i grandi allenamenti, non hanno inclinazioni del piano importanti e si limitano al massimo a 8 velocità che possono variare se azionate manualmente. Un magnete, e da qui proprio il nome, che si avvicina o si allontana dal tappeto, garantisce maggiore o minore resistenza.

Il secondo tipo di tapirulan, è quello elettrico. Esso si attacca alla presa di corrente ed ha un vero e proprio motore che garantisce il suo moto. La potenza si esprime in watt o cavalli e varia in base al tipo di modello. Ovviamente a potenza maggiore corrisponde non solo maggiore qualità di prestazioni e velocità, ma anche maggiore durabilità nel tempo e capacità di uso continuativo.

Il prezzo di un tapis roulant di questo genere è indubbiamente più elevato. Questo strumento è in grado inoltre di misurare il battito cardiaco e possiede, oltre a varie pendenze, dei programmi preimpostati da seguire.

Registrando il proprio allenamento inoltre il tapirulan è in grado di darci informazioni importanti riguardo i nostri progressi di allenamento. Per quanto concerne la pendenza, essa può essere o attivata manualmente (ma ciò comporterebbe la discesa dal tappeto durante l’allenamento) o elettronicamente premendo semplicemente un pulsante.

Caratteristiche comuni ai due modelli di tapis roulant

Le dimensioni del nastro di superficie variano dal tipo di corporatura, ma in linea generale un nastro più lungo e quindi maggiore superficie calpestabile corrispondono di solito a migliore qualità del prodotto, ma soprattutto a maggiore sicurezza.

Questo tipo di tappeto è perfetto per chi vuole iniziare un allenamento serio e continuativo. Infine bisogna sempre lasciarsi guidare da esperti del settore prima di procedere all’acquisto in quanto vi potranno consigliare il tappeto perfetto in base ad esigenze e caratteristiche fisiche.


Robot pulisci pavimenti: un sogno diventato realtà

Chi non ha mai sognato di avere in casa un robot magico capace di pulire al posto nostro? Magari anche quando noi non siamo in casa. Rientrare dopo un’estenuante giornata si lavoro e trovare pavimenti puliti e splendenti.

Niente paura, non stiamo parlando di un sogno, ma di una vera e propria realtà. Infatti da qualche anno, sono apparsi sul mercato dei nuovi marchingegni capaci proprio di provvedere alle pulizie di casa al posto nostro: non stiamo parlando di una fatina magica ovviamente, ma di un apparecchio aspirapolvere capace di provvedere alla pulizia dei pavimenti. Lavoro non da poco durante le faccende domestiche e per di più causa di terribili mal di schiena.

Caratteristiche del robot aspirapolvere

Di dimensioni ragionevoli e capace anche di pulire sotto a mobili e letti, questo robot è dotato di sensori che evitano alla macchina di andare ad urtare con gambe di tavoli e porte. I modelli più avanzati posseggono anche una particolare funzione in grado di mappare la superficie da pulire in modo da memorizzare l’area in cui si trova, evitando di ripercorrere lo stesso tragitto con il rischio di pulire due volte lo stesso punto.

Molti robot sono dotati di telecomando e possono anche essere programmati per attivarsi ad un determinato orario: la macchina, una volta terminato il proprio lavoro o quando la batteria sta per scaricarsi del tutto, torna autonomamente alla base di ricarica per poter rifare il pieno di energia ed essere pronta a lavorare di nuovo.

Come valutare quale robot faccia al caso nostro

Una caratteristica importante da tener presente prima dell’acquisto di un robot di questo genere, è di sicuro l’ampiezza della vostra casa unita alla tipologia delle superfici: una moquette verrà pulita in maniera diversa da un pavimento a mattonelle così come una casa molto grande influenzerà l’acquisto del robot in termini di potenza.

Inoltre in base alle dimensioni della superficie, potremmo scegliere che tipo di capienza il contenitore raccogli sporco debba avere: per una casa troppo grande sarebbe davvero un scocciatura dover svuotare spesso il raccoglitore della polvere.

Da considerare inoltre la presenza o meno di scale: gli ultimi modelli di robot sono anche capaci di scenderle e salirle a differenza dei modelli più basic in grado soltanto di riconoscerle ed evitarle. Inoltre fare bene attenzione al tipo di caratteristiche e soprattutto al tipo di sporco che vogliamo eliminare: non tutti i robot pulisci pavimenti ad esempio sono capaci di raccogliere briciole di grandi dimensioni o capelli.

Chi possiede un animale domestico infatti, dovrebbe optare per una macchina di quest’ultimo tipo in grado di rimuovere peli e polvere allo stesso tempo. Importantissima è la manutenzione: pulire sempre le spazzole, che di solito si smontano molto facilmente, in modo tale da evitare al robot di incepparsi e rompersi.

Qualsiasi modello venga scelto, assicuriamoci sempre di scegliere ciò che e meglio per le nostre esigenze: non è detto che una tipologia super costosa faccia al caso nostro. Considerare sempre quindi la destinazione di utilizzo del robot: una volta scelto, ma soprattutto comprato, non ve ne pentirete. Un magico aiuto nelle faccende di casa non e’ mai una pessima soluzione!


Telescopio: quale modello per la migliore osservazione

I telescopi sono il primo mezzo da dover acquistare se si vuole approcciare al mondo dell’osservazione spaziale di stelle e pianeti. Di sicuro non è una spesa irrilevante dal momento che, quando si parla di attrezzatura in campo astronomico, non si può rinunciare mai alla qualità del prodotto, con una conseguente e importante ripercussione sui prezzi.

Come funziona e quali sono le principali caratteristiche di un telescopio

Partiamo innanzitutto dalla caratteristica comune a tutti i telescopi che successivamente vedremo dividersi in due principali tipologie, in base allo strumento ottico utilizzato per la loro fabbricazione: questo particolare strumento, a differenza dell’occhio umano, cattura molta più luce rivelandoci pianeti, stelle e oggetti che altrimenti no saremmo in grado di vedere.

Per esplorare l’universo quindi, non solo col naso all’insù, bisogna procedere con l’acquisto di un telescopio. Esistono telescopi a lenti o a specchio. I primi detti anche rifrattori, utilizzano delle lenti per ingrandire le immagini, mentre i secondi, chiamati riflettori, hanno una tecnologia a specchi. In realtà ne esiste anche un terzo tipo, ibrido, una commistione delle caratteristiche dei due precedenti, chiamati catadiottrici.

Tra tanti modelli, quale scegliere?

Ovviamente l’acquisto del nostro telescopio si baserà sul tipo di osservazione che andremo a condurre. Innanzitutto bisogna scegliere se focalizzarsi sull’osservazione di Luna e pianeti o prediligere piccole stelle e nebulose.

Successivamente si dovrà tener presente dove verranno effettuate le osservazioni: in città e con forte inquinamento luminoso, dovranno essere prediletti telescopi astronomici che riducono il disturbo provocato dalla luce mentre in zone più isolate o in montagna, dove l’oscurità permetterà invece un altro tipo di osservazione, si sceglieranno telescopi di diversa fattura.

Ulteriori elementi da tenere in considerazione

Non trascurabile è la scelta di cavalletti e supporti: anche in presenza di un ottimo strumento, un’osservazione risulterebbe del tutto scadente in termini di precisione se il nostro telescopio si muovesse di continuo o venisse spostato dalla minima folata di vento.

Ultima, ma non da sottovalutare, è la compattezza e la facilità di trasporto: nel caso in cui amassimo spostarci da un posto all’altro per poter assaporare la vista dell’universo da vai punti di vista, dovremmo optare per un telescopio piccolo che, senza rinunciare alla qualità del prodotto, sarebbe di sicuro più costoso di un modello classico.

Se invece abbiamo intenzione di puntare il nostro telescopio in un’area ben precisa, potremo risparmiare in termini di praticità e denaro.

Il telescopio non è uno strumento perditempo.

Bisogna infine fare attenzione e essere consapevoli a cosa si va in contro prima di procedere all’acquisto di questo strumento: meglio essere almeno un po’ esperti o decidere di partecipare a qualche corso per principianti, prima di affrontare una spesa di questo tipo.

Infatti le immagini che osserveremo, non saranno belle e sorprendenti tanto quanto quelle che si possono trovare sul web, scattate da altri tipi di telescopi, molto più grandi e spesso in orbita. Quindi prima di mettere mani al portafogli, tenete ben presente che l’osservazione del cielo, oltre ad essere estremamente affascinante, è una pratica che richiede pazienza, costanza ed impegno.


Come è fatto il mio giardino? Guida uso di una motosega

Esistono molti tipi di motosega, strumento molto utile per tagliare rami e legno di vario genere. Prima di procedere all’acquisto di una motosega, dovremmo avere bene in mente per quale uso necessitiamo di uno strumento di questo genere: per un piccolo giardino e per un uso sporadico o per spazi più ampi e ricchi di rami da potare?

Ci sono varie caratteristiche da tenere in conto per l’acquisto di una motosega elettrica. Innanzitutto il suo peso: molto spesso quando di tratta di lavori in cima ad un albero, bisogna prediligere i piccoli modelli, maneggevoli e facili da impugnare adatti non solo agli uomini, ma anche alle signore che vogliono cimentarsi nella pulizia del giardino.

I vari modelli di motosega

Le motoseghe, come già accennato prima, possono essere di vario tipo e si differenziano maggiormente per il tipo di alimentazione che le supportano. Possono essere a scoppio, ossia a benzina ed olio, miscele che vengono appositamente comprate nei negozi specializzati.

Possono inoltre essere a batteria: facili da utilizzare e maneggevoli, questa tipologia di motoseghe permette un lavoro agile e continuativo. Infatti per lavori più lunghi si consiglia l’acquisto di un’ulteriore batteria per impedire di essere interrotti nel bel mezzo del lavoro dovendo aspettare un nuovo ciclo di ricarica.

Sono in grado di tagliare svariati tipi di legno e consentono notevoli risparmi in termini di consumi nel caso se ne faccia un uso tutt’altro che sporadico.

Le motoseghe elettriche infine si alimentano grazie ad un filo, ma sono anche esse dotate di batteria. Come è ovvio la loro autonomia è molto maggiore rispetto alle precedenti, ma non bisogna sottovalutare la presenza del filo elettrico e la necessità di una presa di corrente vicina.

Inoltre esistono altri tipi di modelli di motoseghe che pero non si differenziano per il loro tipo di alimentazione: stiamo parlando delle motoseghe da potatura, piccole e maneggevoli e delle motoseghe professionali, in grado di dare risultati ottimi in qualsiasi campo, più grandi, più ingombranti e con una potenza nettamente superiore a quelle di uso domestico. Infine troviamo le motoseghe universali, in grado di tagliare diversissime qualità di materiale.

Sono indicate allo stesso modo per tutti gli appassionati di giardinaggio e fai da te. Per quanto riguarda le lame, esse possono essere di diverse dimensioni ed ogni materiale ha la sua lama per eccellenza.

Molto spesso le motoseghe di ultima generazione sono dotate di lame intercambiabili cosi da poter essere più versatili: indubbiamente per abbattere un albero bisognerà utilizzare un tipo di lama diversa, in termini di lunghezza e spessore, rispetto alla normale pratica di potatura.

Ovviamente, trattandosi di uno strumento alquanto pericoloso, bisogna sempre affidarsi a marchi famosi e rinomati in grado di garantire sicurezza da un lato e certificazione CE dall’altro che garantiscono indubbiamente l’utilizzo di un prodotto testato e sicuro.


Cucina ai tempi delle nostre nonne con il sbattitore

Molto spesso, mentre siamo alle prese con la preparazione di una bella torta, ci sarà capitato di pensare a come potevano mai le nostre nonne cucinare, impastare dolci o montare la maionese, semplicemente con l’uso delle loro mani.

Ci sembra infatti impensabile poter raggiungere i risultati che otteniamo oggi in cucina senza l’ausilio di qualche strumento ad hoc che ci semplifichi la vita. Lo sbattitore elettrico è, a tal proposito, un utilissimo strumento per la preparazione di numerosi piatti.

Lo sbattitore elettrico: un aiutante tuttofare

Sul mercato ne esistono di moltissimi modelli e, a differenza di un mixer ad immersione, i suoi prezzi non variano molto da un modello all’altro. Come scegliere quindi il miglior sbattitore? Innanzitutto andiamo a vedere le sue principali funzioni: questo strumento infatti è in grado di mescolare, montare e impastare tantissimi intrugli, dalla panna montata, alle uova alla maionese.

Una caratteristica importantissima è indubbiamente il suo peso. Essendo uno strumento che va utilizzato molto spesso con una sola mano, deve essere leggero ed ergonomico, con una presa facile da impugnare. Inoltre il filo, essendo lo sbattitore uno strumento da attaccare alla presa di corrente, deve essere della giusta lunghezza.

Né troppo corto, il che limiterebbe il raggio dei nostri movimenti, né troppo lungo, poiché si attorciglierebbe inutilmente facendoci perdere tempo e occupando spazio inutile sul tavolo. In linea di massima, la lunghezza del filo non deve mai essere inferiore al metro e superiore ai due.

Per quanto concerne invece la potenza dello sbattitore, espressa in watt, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è poi così rilevante: uno sbattitore da 150 watt è più che sufficiente e garantisce prestazioni ottimali.

Un altro elemento importante è la facilità, oltre che di utilizzo, di pulizia: questo infatti non è per niente un elemento da sottovalutare. Se uno sbattitore è facile da smontare e i suoi pezzi possono essere lavati in lavastoviglie, è senza dubbio preferibile a modelli complessi e delicati.

Ulteriori caratteristiche dello sbattitore elettrico

Per quanto riguarda le fruste, sempre meglio optare per i modelli in acciaio inox i quali, a livello igienico, evitano di prendere i cattivi odori del cibo o di macchiarsi, come avviene invece con le fruste di plastica.

Infine un’altra caratteristica essenziale che un buon sbattitore con ciotola dovrebbe possedere, sono i vari livelli di velocità tra cui poter scegliere: infatti molto spesso bisogna effettuare operazioni più delicate rispetto alle solite. Una velocità e una potenza troppo elevate potrebbero compromettere la buona riuscita di una ricetta.

Molto spesso lo sbattitore elettrico viene paragonato al mixer, ma i due strumenti, più che rivali in cucina, risultano essere complementari poiché quest’ultimo è in grado di frullare e passare le verdure o le creme, operazione in cui il frullatore non è molto indicato.

Per concludere quindi, nel caso di mancanza di tempo, ma soprattutto per facilitare le operazioni e i passaggi in cucina, con un risparmio non solo in termini di minuti, ma anche in quelli di energia, l’acquisto di uno sbattitore elettrico risulta essere indispensabile.


Perché’ affidarsi ad un trattorino tagliaerba?

Vi immaginate quanto tempo e fatica dovreste impiegare per tagliare manualmente l’erba di un campo da calcio, di un giardino molto grande, di un campo da golf o del prato di una piscina all’aperto? Dovreste spingere il tagliaerba per ore e ore, magari sotto il sole, e rischiereste di non coprire e curare in maniera uniforme l’intera superficie.

Inoltre, in primavera e in estate vi trovereste costretti a ripetere quest’operazione ogni poche settimane e a dovervi preoccupare di smaltire gli scarti di erba falciata. In questi casi, la soluzione ideale è utilizzare un trattorino tagliaerba: comodo e potente, vi permetterà di coprire superfici molto ampie in poco tempo stando comodamente seduti e manovrando il mezzo con un pratico volante.

I dettagli tecnici

L’elemento principale che determina le prestazioni di un trattorino tagliaerba è senza dubbio il motore: la potenza viene misurata in cavalli e può variare da un minimo di 13 cv ad un massimo di oltre 20 cv (ma parliamo in questo caso di macchinari professionali). Una maggior potenza influenza la velocità di rotazione della lama e permette di falciare grandi superfici in poco tempo.

L’agilità e la maneggevolezza del mezzo sono determinati dal cambio e dal sistema sterzante. I sistemi sterzanti influenzano anche la stabilità del trattorino ed influenzano la precisione del taglio permettendo o meno di effettuare sterzate molto strette e accurate.

Importante è anche la superficie di taglio (e conseguentemente la grandezza della lama): maggiore è la superficie, meno tempo si impiegherà a tosare prati molto grandi. Una superficie minore, invece, permetterà di ottenere un taglio più accurato in giardini di dimensioni inferiori.

Infine, una funzione molto comoda di cui sono dotati la maggior parte dei trattorini tagliaerba è il mulching: ovvero, l’erba falciata viene automaticamente immagazzinata, triturata e ridistribuita sul prato per fungere da concime.

La manutenzione

Il trattorino tagliaerba è senza dubbio uno strumento molto potente ma, allo stesso tempo, è piuttosto delicato e ha bisogno di attenzioni e cure periodiche per mantenere un alto livello di prestazioni.

Gli elementi più delicati del trattorino sono le lame ed il motore. Le lame dovrebbero essere affilate e ripulite quasi dopo ogni uso: delle lame poco curate o sporche potrebbero risultare meno efficienti e non in grado di garantire una tosatura uniforme e rapida. Per quanto riguarda il motore: è consigliato ripulire spesso la candela per ottenere una combustione ottimale e rabboccare periodicamente l’olio.

E’ inoltre consigliato pulire i filtri dopo qualche uso (si può utilizzare un compressore ad aria per risparmiare tempo), riporre il trattorino in un locale riparato e asciutto dopo ogni utilizzo, e ricordarsi di svuotare la benzina rimasta nel serbatoio prima di richiudere il trattorino nel capanno degli attrezzi o nel garage durante l’inverno.


Forno da incasso: immancabile a casa

Il forno è un elettrodomestico che ormai non può mancare in una cucina che si rispetti. E’ estremamente comodo e funzionale; pensate a quelle sere in cui rientrate stanchi e non avete voglia di cucinare: accendete il forno, ci cacciate dentro una pizza surgelata, un piatto freddo, un arrosto intero, delle coscette di pollo appena tolte dalla confezione ed il gioco e fatto.

Potete rilassarvi sotto la doccia per una ventina di minuti e quando uscirete la cena sarà pronta e servita. Il forno è anche utile per sbizzarrirsi in ricette creative e classiche, per cucinare pesce, carne, verdura e dolci ed è un’ottima soluzione per quando avete amici o parenti a cena. Insomma, ad un forno non si può rinunciare.

Elementi principali

Quando parliamo di forni da incasso ci riferiamo a quei modelli che vengono inseriti nella nostra cucina in modo da integrarsi con il mobilio e gli altri elettrodomestici: possono essere incassati sotto il piano cottura, sopra o sotto il microonde, su una colonna, insomma dove preferite purché vi sia la possibilità di fare l’allacciamento elettrico.

Generalmente si tende a posizionarli in prossimità di microonde o piano cottura per creare degli angoli cottura comprensivi di tutti gli elementi necessari, utile per tenere tutte le preparazioni sotto controllo quando vi cimentate con ricette nuove o cucinate per molti ospiti.

Praticamente tutti i forni in commercio sono caratterizzati da due sistemi di generazione del calore: a ventilazione forzata e a convezione. Nel primo caso troviamo delle turbine all’interno del forno che generano calore e lo distribuiscono in tutto il volume in maniera omogenea; nel secondo caso, invece, il calore massimo è raggiunto grazie all’azione di due resistenze.

Funzioni extra e accessori

Mediamente, un forno da incasso è abbastanza costoso. Chiaramente il prezzo è determinato dalla grandezza, la qualità, ma anche dal numero di accessori e funzioni aggiuntive che sono presenti. Gli accessori principali che possiamo acquistare assieme al forno sono griglie e teglie della giusta misura e vaschette per raccogliere il grasso che cola dagli alimenti.

Nel caso fosse presente questa vaschetta, bisogna ricordarsi di pulirla attentamente dopo ogni utilizzo per evitare incrostazioni ed odori sgradevoli. Le diverse funzionalità del forno sono determinate dai diversi tipi di cottura che si possono effettuare.

Una funzione molto utile è la modalità grill che si sposa benissimo con carni arrosto e verdure che mantiene belle croccanti e fragranti all’esterno preservando, pero, la morbidezza e i succhi all’interno.

Un’ultima utile funzione extra dei forni da incasso è il risparmio energetico: il forno tende generalmente a consumare parecchia elettricità, per questo motivo è consigliato optare per modelli di classe energetica A che siano possibilmente dotati della funzione di ventilazione: questa permette di far circolare il calore velocemente all’interno del forno e di mantenere una temperatura costante senza consumare troppa energia.


Perchè il vogatore è così tanto amato dagli sportivi?

Una macchina ginnica dall’aspetto simile ad una canoa non galleggiante ma posizionata ben fissa sul pavimento. Si presenta così ai nostri occhi questo particolare strumento chiamato vogatore, attrezzo multifunzionale nato negli anni Settanta, che possiamo trovare oggi nelle palestre o nelle case degli sportivi.

In effetti il vogatore ha la caratteristica di simulare il comportamento che si attua quando si conduce un’imbarcazione a remi. Le parti che costituiscono il macchinario sono essenzialmente tre: un sedile non fisso, ma che si muove orizzontalmente sfruttando una rotaia che consente all’utilizzatore di andare avanti eindietro.

Un poggiapiedi, nella parte anteriore del vogatore, dove i piedi vengono fissati attraverso dei ganci o delle fasce; un manubrio, che l’atleta tirerà a se durante lo svolgimento degli esercizi. Questo vogatore classico, anche detto a trazione centrale, è il più usato perché è facile da manovrare e richiede uno spazio limitato.

Può essere facilmente posizionato in casa per poi richiuderlo dopo l’utilizzo. A questa tipologia base, si affianca un altro modello più professionale che è dotato di veri e propri remi posti nella metà dell’attrezzo, per simulare concretamente una barca a remi.

Esso, anche chiamato vogatore a trazione scandinava, richiede uno sforzo ed uno spazio maggiore. È quindi la soluzione preferita dagli atleti professionisti di ogni disciplina sportiva. Per simulare l’azione di attrito che si ha quando si rema in acqua, il vogatore restituisce una resistenza che è proporzionale allo sforzo e alla velocità di azione dell’utilizzatore.

La resistenza può essere meccanica, cioè regolata dall’utilizzatore attraverso una manopola, o ad aria, che è proporzionale all’intensità con cui il vogatore svolge l’esercizio.

Un mare di benefici per tutto il corpo

La macchina, sia essa tradizionale o professionale, ha un lunghezza media di un metro e mezzo ed una larghezza di circa un metro. Data la sua completezza, la facilità di utilizzo e la praticità di poterla utilizzare anche in casa, è un sostituto naturale della panca multifunzionale.

A differenza di quest’ultima però, il movimento del vogatore consente di allenare allo stesso momento sia la parte inferiore che quella superiore del corpo. Non dovrò quindi dedicare esercizi specifici per ogni tipologia di muscolo o per ogni parte del corpo, ma l’allenamento fatto col vogatore coinvolgerà gran parte della massa muscolare, dalle braccia alla schiena, dagli arti inferiori agli addominali.

Oltre a migliorare la forza della muscolatura, il vogatore da la possibilità di sfogare la tensione aumentando la predisposizione allo sforzo e apportando al tempo stesso effetti benefici all’apparato respiratorio e circolatorio.

Un corretto utilizzo per godere dei vantaggi del vogatore

È bene fare attenzione alla posizione che si mantiene mentre ci alleniamo con questo macchinario, che richiede maggiore attenzione di una semplice cyclette o di un tapis roulant.

La schiena infatti, deve essere sempre mantenuta dritta, anche quando ci si allunga, e le gambe devono restare sempre flesse e mai completamente distese. Sul mercato ci sono moltissimi modelli che variano per caratteristiche tecniche, dimensioni, accessori e soprattutto prezzo.

Si parte da un centinaio di euro per vogatori da casa semplici, fino ai mille euro per quei modelli più avanzati caratterizzati da schermi touchscreen o di un server con dei programmi di allenamento già impostati.


Televisione: la regina della casa

La televisione ormai fa parte della famiglia: quante volte ci mettiamo sul divano, da soli o in compagnia, e ci rilassiamo guardando un bel film o un bel documentario?

Tante. Al momento di arredare una casa infatti, si presta sempre molta attenzione alla TV, sia perché si cerca sempre il posto migliore in cui posizionarla in modo da essere visibile a tutti, sia perché, con modelli dal design e dalla tecnologia sempre più innovativi, la TV diventa un vero e proprio pezzo d’arredamento.

Il mobile porta TV: un elemento indispensabile all’arredamento

La scelta di un mobile o di una staffa porta TV, non è per niente da sottovalutare soprattutto se oltre al problema del dove posizionare la televisione, c’è anche quello di come tenere in ordine i numerosi fili e cavi che la collegano ad altri dispositivi, come ad esempio impianto Dolby Surround, lettore DVD o consolle per videogiochi.

Inoltre, non bisogna mai dimenticare che, esistendo centinaia di modelli di mobili porta TV, da quelli più personalizzati e componibili, ai più classici ed economici, è opportuno scegliere il proprio modello in base alla proprie esigenze e soprattutto allo stile della casa. Oltretutto, contando che molto spesso si possiede più di una TV per famiglia, diverse soluzioni potrebbero fare al vostro caso in base caratteristiche specifiche delle vostre stanze.

Le principali tipologie di porta TV: caratteristiche e funzioni

La caratteristica principale di qualsiasi porta TV è senza dubbio la stabilità sia per quanto riguarda i mobili su cui la TV viene poggiata sia per quanto concerne il fissaggio a parete. Il porta TV può differenziarsi principalmente in tre modelli: il primo si tratta di basi girevoli che possono essere di diversi materiali e su cui poggia la TV.

Questa tipologia consente di orientare la televisione in modo che tutti i fruitori possano guardare al meglio il proprio programma preferito. Successivamente ci sono le staffe da parete, perfette per le TV a schermo piatto, in cui però bisogna solitamente optare per soluzioni “copri filo” in quanto non ci sono moduli o ante che permettano di nascondere i cavi.

Un’altra tipologia di porta TV è il classico mobiletto o da terra, o fissato a parete che è spesso dotato di scomparti e mensole fungendo così, molto spesso, anche da credenza o libreria.

Piccole regole, tra stile e posizionamento

Ovviamente, in base allo stile della stanza, la TV avrà il suo porta televisore per eccellenza: per gli stili iper moderni i supporti da parete saranno di sicuro più consigliati rispetto ai classici mobiletti.

Tuttavia, qualsiasi modello di porta TV si andrà a scegliere, non bisogna mai dimenticare alcune regole base per un buon posizionamento della televisione: innanzitutto la distanza tra chi guarda e la TV stessa deve essere minimo di due metri e mezzo per un massimo di quattro, e l’altezza deve essere consona al livello della vista.

Ovviamente una disposizione di tipo centrale, garantirà una buona visione da quasi tutti i lati della stanza, indipendentemente da dove si è seduti.


Igiene e pulizia sterilizzatori: una attenzione sempre crescente

Negli ultimi anni si è assistito ad una sempre più crescente attenzione verso i consumatori, in termini di sicurezza e igiene. Quando andiamo dal parrucchiere e ancora più dall’estetista, la pulizia è la prima cosa a cui prestiamo attenzione oltre che alla bravura del o della professionista stesso.

Recentemente inoltre, le norme igienico sanitarie, si sono fatte sempre più severe soprattutto per quanto riguarda la sterilizzazione dei prodotti e degli attrezzi utilizzati nel mondo di cerette e manicure. Lo sterilizzatore è quindi per un professionista del campo uno strumento indispensabile sia perché obbligatorio, sia perché garantisce la perfetta pulizia che evita ai clienti di contrarre infezioni di qualsiasi genere.

Tipi e modelli di sterilizzatore: dai più obsoleti ai più innovativi

In commercio esistono diversi tipi di sterilizzatore. Fino a pochi anni fa, lo sterilizzatore più usato nei centri estetici era quello alle sfere di quarzo che, riscaldate, venivano poste in una piccola cavità in cui venivano poi inseriti gli attrezzi del mestiere.

Questo strumento è in grado però di sterilizzare solamente alcuni materiali come il ferro e più genericamente il metallo. Tuttavia ultimamente il presidio sanitario ha vietato l’uso di questo sterilizzatore perché ritenuto non sufficiente ad uccidere tutti i batteri vivi che vengono in contatto con l’attrezzatura durante l’utilizzo.

Successivamente vi è lo sterilizzatore a caldo che infonde getti di acqua calda o vapore, o semplicemente aria bollente, ma anche questi ultimi sono stati ritenuti poco idonei alla sterilizzazione vera e propria: sono sì buoni per detersione e pulizia, ma come germicidi non del tutto sufficienti.

Infine troviamo le lampade UVA e quelle ad ultrasuoni, a prezzi piuttosto contenuti, che riescono a soddisfare le esigenze medico sanitarie e a sterilizzare utensili. Infine, trionfa su tutte, ma ad un prezzo davvero alto, l’autoclave ospedaliera che, oltre alle elevate temperature, garantisce una profonda sterilizzazione grazie anche alla capacità di produrre vuoto e e quindi creare un ambiente in cui è impossibile la vita di qualunque organismo.

Attenzione a come (e dove!) si lavora

Nonostante tutti i consigli e le analisi dei diversi tipi di sterilizzatore in campo estetico, si consiglia sempre, laddove sia possibile, l’utilizzo di strumenti usa e getta come palette stendi cera o attrezzi per pedicure, così da ovviare in maniera assoluta alla possibilità di formazione di germi e batteri.

Concludendo, la pratica di sterilizzazione è ciò che fa di un professionista, un lavoratore serio e competente. Molto spesso infatti, molte ragazze si improvvisano esperte del mestiere, svolgendo il lavoro in casa e, tralasciando l’aspetto fiscale, non garantiscono sempre un ambiente pulito e sopratutto un utilizzo consapevole e corretto degli attrezzi da utilizzare.

Prima quindi di rivolgervi ad un’ estetista, accertatevi sempre che abbia un buono sterilizzatore, (non solo quello al quarzo!) e che lo utilizzi in maniera adeguata.